In quasi tutti i commenti a mio parere (e di aba ne ho studiato parecchio anche io…) c’è qualcosa di giusto. A cominciare dal fatto che le punizioni rinforzano chi le emette…. Le punizioni intese come somministrazioni di stimoli avversivi immediatamente dopo un comportamento che vogliamo rapidamente estinguere si usano solo se il comportamento è davvero penalizzante per il soggetto a cui stiamo costruendo intorno un sistema aba. Per stare nell’esempio di Gianni, non è la cacca addosso che va punita, il comportamento di non fare cacca nelle mutande puo’ essere insegnato mediante opportuni rinforzi di comportamenti opportuni. Se invece il bambino ogni volta che fa la cacca nelle mutande la tocca e la usa come pongo, allora questo sarà un comportamento da estinguere rapidamente! Allora forse una doccia fresca….se non gradita dal bambino può essere stimolo aversivo che aiuta ad estinguere il comportamento. Ma è altrettanto vero che va accompagnata da rinforzi grandiosi ogni volta che riusciremo ad accompagnare il bambino dopo aver fatto la cacca nelle mutande a cambiarsi., e magari il bambino arriverà a segnalare la cacca nelle mutande, allora forza, rinforzare! A parte si fa un training per fargliela fare in bagno. Ecco. Quel che so io è che con le punizioni non si insegna nulla, ma a volte di fronte a comportamenti problema davvero pesanti sono necessarie per poter partire con insegnamenti (invece insegnati con rinforzi positivi che sono i migliori, i più efficaci). ….la morale è sempre la stessa. Non ci si può improvvisare analisti del comportamento, bisogna lasciare questo compito a chi per mestiere riconosce le situazioni in cui applicare eventuali punizioni ( e potrà comunque sbagliare pensando di punire lo studente con stimoli che per lo studente sono invece non aversivi!) e come strutture in parallelo un percorso rinforzato che insegna. Buona serata!
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