Si io sono d’accordo nel far passare gran parte del messaggio che hai detto, soprattutto per quanto riguarda la nostra attenzione come genitori e la necessità di studiare ABA. E anche sul fatto di controllare che si cambi strategia quando le cose non funzionino e che le procedure siano chiare e ben spiegate.
Anzi, aggiungo anche che, secondo me, una buonissima regola è quella di seguire, per valutare il consulente, le sette dimensioni dell’ABA: Applicata (i comportamenti devono essere utili allo studente nella vita reale), Comportamentale (studia il comportamento osservabile), Analitica (fa uso di dati e grafici e fa il suo intervento basandosi su di essi. Senza dati non si fa ABA), Tecnologica (appunto le procedure devono essere chiare e spiegate bene), Effettiva (come dicevi se una cosa non va si cambia strategia), Sistematica concettualmente (l’analista deve saper riportare ogni comportamento e ogni procedura ai principi base dell’ABA, tipo l’esempio della “lotta” tra Stimolo Discriminativo e Estabilishing Operation che ho fatto nel commento precedente) e tendente alla Generalità.
Naturalmente ci sono cose in cui non siamo pienamente d’accordo, ma del resto se eravamo d’accordo su tutto avremmo fatto una chiacchierata più corta ma a me è piaciuta così
Proprio di passata quello in cui non concordo pienamente: sapere come funzionano i meccanismi della certificazione mi ha aiutato a capire che tipo di qualità posso aspettarmi da un consulente, anche se non certificato, e pretendere quella qualità minima.
Poi: il VB non si deve imparare soltanto con gli aggiornamenti, perché fa parte del curriculum di base da subito. (Il board ha sede in Florida, uno dei posti dove si fa bene il VB nel mondo).
Poi: no sono soltanto un paio di quiz quelli che ti fanno all’esame finale (scusami, non sono sicuro che volevi dire questo, ma non posso rischiare che, dopo tanto scrivere, in conclusione passi questo messaggio finale) ma una serie di domande la cui complessità è tale da discriminare tra uno che non sa l’ABA e uno che ha una preparazione minima e anche superiore al minimo (in più ogni università, prima di mandarti all’esame finale, ti sottopone al “suo” esame, e c’e’ sempre la certificazione della pratica supervisionata).
Infine lo Stato italiano. Io vorrei essere così ottimista, veramente vorrei, ma la certificazione americana è quella che si usa in America, patria dell’ABA. Cioè in America chi è certificato è un analista del comportamento, e se va bene a loro…. Potrà fare meglio l’Italia, dove il numero di incompetenti “certificati” (non in ABA ma in tutto il resto) fa quasi rabbrividire (ma ci sono anche tanti competenti, per carità)? Io appunto lo spero, lo spero veramente per tutti noi.